- L’inserimento dell’impianto pterigoideo è un’alternativa per evitare il rialzo del seno mascellare o altre procedure di innesto per il trattamento della mascella posteriore
- Gli impianti pterigoidei sono particolarmente utilizzati nell’edentulia parziale/totale per evitare cantilever distali
- Il posizionamento di un impianto pterigoideo richiede grandissima esperienza chirurgica
- Gli impianti pterigoidei hanno tassi di successo elevati, livelli di perdita ossea simili a quelli degli impianti convenzionali, complicanze minime e una buona accettazione da parte del paziente
Indicazioni
Nella mascella superiore edentula il posizionamento degli impianti può essere difficoltoso a causa della quantità limitata di osso e della presenza del seno mascellare. Gli impianti pterigoidei rappresentano un’opzione alternativa per utilizzare l’osso residuo per l’ancoraggio dell’impianto e per superare la necessità di procedure di aumento. Per evitare cantilever distali l’inserimento di un impianto pterigoideo può essere indicato nell’edentulia parziale e totale. I risultati in letteratura non mostrano chiare differenze tra impianti pterigoidei e pterigo-mascellari.
Raccomandazioni cliniche
I termini “impianti pterigoidei”, “impianti pterigo-mascellari” e “impianti per tuberosità” sono usati in modo intercambiabile nella letteratura scientifica (per quelli che vengono descritti come impianti nella regione retromolare). Per definizione, tutti gli “impianti pterigoidei” comprendono la regione della tuberosità e impegnano la placca pterigoidea, ma non tutti gli “impianti per tuberosità” impegnano necessariamente le placche pterigoidee (sono posizionati in una posizione più anteriore dell’area pterigo-mascellare, parallela alla parete posteriore del seno).
Le percentuali di successo per tutte queste diverse possibilità di trattamento sembrano essere simili. Pertanto la necessità di impegnare gli impianti a livello della placca pterigoidea è attualmente discussa.
Prognosi
Il tasso medio di successo per gli impianti pterigoidei nel nostro studio è pari al 100%100 eseguiti da medici esperti questa tecnica risolve definitivamente la gravosa problematica dell’assenza d’osso alveolare posteriore del mascellare superiore.
Il successo a lungo termine è ampiamente dimostrato presso il nostro centro, incontriamo pazienti per i controlli annuali da ormai piu’ di 15 anni.
Complicazioni
L’inserimento di impianti a livello del piatto pterigoideo può essere potenzialmente associato a sanguinamenti (dal plesso pterigoideo o dall’a. mascellare). Tuttavia ciò può essere evitato inserendo l’impianto appena a livello della tuberosità.
Un’altra complicazione è la mancanza di stabilità primaria dell’impianto che può essere risolta attraverso protocolli di fresatura sottopreparati e design di impianti innovativi. Per questa ragione esistono impianti che raggiungono i 21 mm per giungere trapassando l’osso tuberale, alla cresta ossea inchiodando l’impianto pterigoidei in questa zona.
Punti chiave
- L’inserimento dell’impianto pterigoideo è un’alternativa per evitare il sollevamento del seno o altre procedure di innesto per trattare il mascellare posteriore
- L’impianto pterigoideo è particolarmente utilizzato nell’edentulismo parziale al fine di evitare i cantilever distali
- Il posizionamento di un impianto pterigoideo richiede gramdissima esperienza chirurgica
- Gli impianti pterigoidei hanno alti tassi di successo, livelli di perdita ossea simili a quelli degli impianti convenzionali, complicazioni minime e buona accettazione del paziente
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Impianti Pterigoidei, estremamente utili, nelle risoluzioni di stabilità primaria nelle gravi atrofie dell’osso alveolare posteriore della mascella superiore.
L’impianto Pterigoideo, viene inserito nell’osso basale (Che non si consuma nell’arco del tempo) Pterigoideo/Palatino osso estremamente duro e resistente di categoria tabella D1
Il posizionamento di questo pilastro di resistenza nelle zone atrofiche posteriori, garantiscono un elevato tasso di successo, nella riabilitazione dentale complessiva, associato ad ulteriori impianti dentali come l’impianto nasale, l’impianto sub nasale e nelle atrofie estreme con gli impianti Zigomatici.