Gli impianti dentali sono ampiamente utilizzati nella pratica clinica per sostituire i denti mancanti e come coadiuvante nella ricostruzione di mascelle e denti. Nei pazienti con stato edentulo si può osservare una grave atrofia mascellare. Infatti, le estrazioni dentarie inducono perdita ossea e osso alveolare portando ad espansione dei seni mascellari, a grave atrofia e ad una diminuzione di volume, rendendo difficile l’inserimento di impianti dentali. Quindi la riabilitazione di gravi atrofie mascellari legate alla resezione oncologica, alla perdita traumatica o alla perdita di elementi dentari, richiede un trattamento con procedure di rigenerazione ossea o di chirurgia ricostruttiva, propedeutiche al supporto implantoprotesico. Nella pratica clinica vengono utilizzate diverse tecniche per aumentare i tessuti duri e molli, solitamente si utilizza osso autologo, come l’uso di innesti ossei intraorali e/o extraorali con o senza membrane, talvolta associati a osteotomie di tipo I Le Fort. Una tecnica non invasiva prevede l’utilizzo di protesi completamente rimovibili, tuttavia questa soluzione potrebbe non soddisfare le esigenze psicologiche, funzionali e sociali del paziente. Un’altra tecnica, come la riabilitazione implantare fissa zigomatica, potrebbe rappresentare un’opzione di trattamento per l’atrofia grave parziale o completa del mascellare. L’impianto dentale zigomatico si è dimostrato un’efficace opzione per la riabilitazione fissa delle creste mascellari atrofiche edentule, nonché dei difetti della maxillectomia. In questo caso possono essere posizionati uno o due impianti lunghi che prevedono l’inserimento di impianti attraverso l’intra percorso sinusale e l’inserimento guidato attraverso l’esecuzione di una botola laterale ossea, senza sollevare la membrana di Schneider . La tecnica originale proposta da Branemark è stata modificata per provvedere alla conservazione e al sollevamento della membrana di Schneider, contestuale alla procedura. Stella e Warner hanno proposto una variante della tecnica di posizionamento dell’impianto zigomatico (tecnica della fessura del seno), che non richiede il distacco della membrana di Schneider. A questo proposito è stata proposta un’ulteriore variante tecnica con approccio extrasinusale, il cui percorso implantare è completamente esterno alla cavità del seno mascellare. Diversi studi retrospettivi documentano una percentuale del tasso di sopravvivenza dell’impianto zigomatico del 90-100% .
In letteratura sono stati proposti differenti geometrie e disegni implantari per facilitare un posizionamento ottimale del dispositivo e un mantenimento a lungo termine di osteointegrazione degli impianti posizionati.
In questo case report, presentiamo un caso di invasione della cavità orbitaria dopo il posizionamento di un impianto di ancoraggio protesi zigomatico ed è descritto in linea con i criteri .